Ecco come ti disegno il bando….
La legge prescrive che la Pubblica Amministrazione è tenuta ad usare lo strumento del bando o del concorso pubblico per individuare i soggetti o le aziende a cui attribuire lavori, impieghi e benefici. Tutto questo ha una logica: garantire uguaglianza dei cittadini nell’accesso alle posizioni oggetto della selezione, favorire la meritocrazia, evitare favoritismi derivanti da clientelismi, parentele, raccomandazioni e tangenti.
Insomma l’obiettivo è quello di non discriminare nessuno dei soggetti che presenta le caratteristiche richieste dal bando e favorire il “migliore” per consentire il raggiungimento del massimo vantaggio in termini di costi ed efficienza nel soddisfacimento di un interesse della collettività. Questo è quello che la legge prevede…poi la realtà è tutt’altra faccenda! “Fatta la legge, trovato l’inganno” recita il proverbio che ben descrive il costume e la tecnica largamente diffusa dell’aggirare, dell’eludere, del dribblare le norme a favore di interessi e persone che, grazie all’amico politico (volenteroso di far conoscere le sue coordinate bancarie), riescono ad ottenere vantaggi indebiti attraverso i bandi e le assegnazioni statali, regionali, comunali, ecc…
Qualcuno potrà obiettare: “ma che scoperta è?!” oppure “cosa c’è di nuovo?!”. Nessuna scoperta, niente che non si sappia, niente che non sia già stato acclarato. Forse solo l’ennesima amara constatazione dell’esistenza di un cancro che la nostra società non riesce a combattere perché anche l’elemento con i principi più sani di fronte alla lusinga del “favore” difficilmente riesce a resistere. Il corollario del malaffare e del malcostume legato ai bandi e ai concorsi pubblici è sterminato. Ma mai smettere di ricordare a certe persone quali sono gli atteggiamenti e le usanze che posso costituire un atto illecito o per lo meno alterare la logica che sottende le regole definite in materia di bandi e concorsi pubblici:
– Passare in maniera confidenziale informazioni che possano alterare la concorrenza (per esempio informazioni sul prezzo o il progetto desiderato)
– Discriminare un concorrente (quello che per esempio non ha le “conoscenze” giuste) a favore di un altro in base a valutazioni discrezionali legate al fatto che sia o meno un portatore di voti o di finanziamenti per la campagna elettorale o l’attività del partito
– Disegnare bandi ad hoc per accontentare l’amico e il parente (non avete mai avuto la sensazione, leggendo un bando, di conoscerne già il destinatario?!)
– Aprire un tavolo di consultazioni preventive con alcuni ipotetici destinatari del bando
– Creare vantaggi a livello temporale ovvero garantire che sulla linea di partenza della gara alcuni possano partire prima degli altri (per esempio un ipotetico concorrente viene informato dell’uscita di bando recante determinate richieste 1 anno prima che venga pubblicato l’avviso. È indiscutibile che questo gli consentirà di sbaragliare la concorrenza se è necessario il reperimento di risorse finanziarie o l’elaborazione di un progetto complesso).
– Alterare i risultati della gara o esercitare pressioni sugli organi deliberanti affinchè la scelta ricada su un determinato soggetto
– Creare o evitare di risolvere conflitti di interesse (destinatario e ideatore del bando possono essere legati a doppio filo o addirittura coincidere!)
Questo il climax crescente dell’illecito che va dal passaggio sotterraneo di informazioni che possono favorire dei concorrenti a scapito di altri solo in cambio di un pugno di voti alla manipolazione di appalti e attribuzioni dal valore di miliardi di euro con il miracoloso unguento delle mazzette.
E noi non possiamo far altro che denunciare e richiamare “enne volte” l’attenzione su certe dinamiche, perché diventano prassi e le prassi spesso surclassano le leggi, quelle regole sacrosante che in uno Stato di diritto solo alla base dell’uguaglianza e dei diritti di TUTTI i cittadini.